Tracciabilità dei prodotti, internazionalizzazione dei mercati e organizzazione di reti di produttori: così l’agricoltura canosina può tornare a creare ricchezza e occupazione. È quanto emerso dal convegno “Cogli nel segno!”, organizzato il 4 maggio scorso a Canosa dal candidato sindaco Cosimo Pellegrino, con la partecipazione di esperti provenienti da importanti aziende agricole pugliesi: Giovanni Corleone e Orazio Garofalo, rispettivamente direttore generale e presidente della Sangue di Puglia S.p.a., e Giuseppe Siracusa, presidente della “Cooperativa Produttori olivicoli” di Bitonto e revisore della Organizzazione di Produttori “Oliveti Terra di Bari”.
“Questa sera – ha dichiarato in apertura il candidato sindaco Pellegrino – ho invitato degli esperti per mettere le loro competenze a disposizione dei cittadini, per spiegare come si può riorganizzare il comparto agricolo per far sì che si sviluppi e che crei occupazione. È assurdo che noi a Canosa non trasformiamo nulla, mentre a pochi chilometri da noi ci sono paesi, come Cerignola, che trasformano tutto, anche i nostri prodotti. Dobbiamo cambiare le cose con progetti concreti: da imprenditore, infatti, sono abituato ad avere una approccio pratico ai problemi, ecco perchè stasera intendiamo parlare non di teorie, che poi restano sulla carta perchè di difficile attuazione, ma di soluzioni concrete per rimettere l’agricoltura al centro dell’economia canosina”.
“Per sviluppare il comparto agroalimentare di Canosa – ha spiegato Giovanni Corleone – è necessario anzitutto puntare sulla tracciabilità dei prodotti, perché, in un mercato globalizzato, i consumatori esigono cibi di qualità, e la tracciabilità è l’unica strada per garantire la qualità del prodotto. L’altra strada da percorrere è l’internazionalizzazione: la produzione di Canosa deve essere commercializzata su tutti i mercati, trovare i prodotti canosini in Germania e in altri paesi esteri deve diventare la regola. Per raggiungere questo obiettivo è necessario che nascano nuove cooperative e nuove società che sappiano trasformare e veicolare la qualità dei prodotti di Canosa nel mondo, ricordando che creare nuovi mercati significa anche permettere ai giovani che vogliono vivere e lavorare a Canosa di poter restare qui, dando il loro contributo per far crescere l’economia di questa città. Per guidare questo percorso c’è bisogno di una persona come Mimmo Pellegrino, perchè vuole impegnarsi su questi temi ma soprattutto perché lui stesso, con la sua attività imprenditoriale, ha avuto esperienze in diversi paesi esteri e conosce bene lo sviluppo del commercio in un contesto internazionale”.
Secondo Orazio Garofalo “affinché il comparto agroalimentare possa vincere le sfide imposte dalla globalizzazione bisogna puntare su due aspetti: immettere sul mercato un prodotto certificato e far sì che le aziende produttrici facciano rete tra loro creando delle Organizzazioni di Produttori. Oggi i nostri prodotti non vengono valorizzati perché, a fronte di un prezzo di produzione alto, la remunerazione è molto bassa. Per cambiare questo stato di cose è necessario puntare sulla centralizzazione del prodotto: solo così, attraverso le Organizzazioni di Produttori, chi produce può aumentare il proprio potere contrattuale nei confronti delle grosse aziende che comprano il prodotto per trasformarlo e venderlo”.
Della stessa opinione è Giuseppe Siracusa: “Oggi in agricoltura si vince solo se si riesce a fare sistema: dobbiamo incentivare la costituzione di cooperative e di OP perchè solo unendo le forze è possibile dare a chi lavora la terra quel valore aggiunto che oggi viene eroso dai commercianti. Grazie alle OP c’è un solo soggetto che offre il prodotto sul mecato, definendo un prezzo che può valorizzare i nostri prodotti”.
“Questo convegno – ha concluso Pellegrino – è la dimostrazione che noi parliamo con i fatti: la nostra amministrazione sarà fatta da tecnici competenti, non da raccomandati. Oggi tutti stanno copiando le nostre idee, ma sono persone che hanno alle spalle proprio coloro che hanno ridotto la nostra città in uno stato indecoroso”.
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