C’è da rimanere basiti e sconcertati nel leggere le dichiarazioni del segretario di circolo D’Ariano sulla Gazzetta del 28 giugno. Affermare che la causa della sconfitta del PD a Canosa non è di chi lo ha diretto in quest’ultimo anno, ma del sindaco La Salvia che, a suo dire, avrebbe fatto così male il suo lavoro, da minare la credibilità futura del partito, significa avere una scarsa contezza dei fatti. E quali sarebbero i pessimi provvedimenti presi dall’Amministrazione La Salvia che il segretario contesta radicalmente? Aver reso disponibile la Zona D2 ad insediamenti produttivi che non riguardano solo il settore agricolo? Aver proseguito la battaglia legale nei confronti della Bleu s.r.l. fino al Consiglio di Stato, vincendola? Aver promosso una causa nei confronti della stessa Bleu s.r.l. per far pagare le royalty che non hanno mai pagato? Aver privilegiato, nella definizione delle tasse comunali, chi possedeva meno, facendo pagare di più ai più ricchi? Aver portato un po’ d’ordine nel bilancio? Aver avviato una raccolta differenziata che oggi ci permette di far pagare meno ai cittadini rispetto ad altri comuni fermi all’anno zero e veramente tartassati?
Da un dirigente politico della levatura del segretario del PD, ci si attenderebbe discorsi un tantino più elaborati e circostanziati, e non reazioni scomposte dettate dalla frustrazione per un fallimento che è soprattutto suo e della classe dirigente a lui più vicina. Paradossalmente e contrariamente a quanto sostiene il segretario, su queste elezioni si è abbattuta una sorta di nemesi. Son costate più care a chi dall’amministrazione uscente ha preso le distanze dopo esserne stato parte. La tesi del D’Ariano, per la quale il PD ha perso perché sostanzialmente vittima di un equivoco, non solo non è fondata, ma è puerile e ridicola e non spiega come mai, ad esempio, uomini legati non poco a La Salvia, come ad esempio il dott. Di Fazio, abbia visto addirittura crescere il suo consenso elettorale rispetto alle precedenti Amministrative. Se la chiave del successo (mancato) fosse stata
rappresentata dalla discontinuità rispetto ad un’amministrazione di appestati, proprio non si capisce come mai consiglieri di maggioranza per tempo ferocemente usciti, si sono poi ritrovati sonoramente trombati quest’anno. L’equivoco ha riguardato anche loro?
Gruppo consiliare del Partito Democratico Antonio Capozza, Carmine Bucci, Pasquale Di Fazio, Giuseppe Diaferio, Edoardo Filippone e Donato Greco
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