Per quello che potrà essere l’ospedale di Canosa, dobbiamo fare di necessità virtù. E’in questa logica che come rappresentante del nostro territorio, in minoranza nel Consiglio Regionale, intendo portare avanti un percorso opportuno ed utile.
Non ci daremo mai per vinti per tutto quello che è stato fatto in danno ai Canosini ed ai paesi vicini a causa della cancellazione dei raparti che poi hanno portato alla sostanziale chiusura anche dell’ospedale di Canosa.
A seguito dell’attuazione del Piano di riordino ospedaliero del 2012 del governo di Nichi Vendola, successivamente, alla nostra blasonata struttura sanitaria è stato tolto il codice identificativo che ne ha formalizzato il triste destino. A nulla sono valse le proteste ed oggi, a cose oramai e purtroppo acclarate, è illusorio sperare in un cambiamento di rotta rimanendo l’attuale quadro politico che da 13 anni governa la sanità pugliese, da Vendola a Emiliano.
Se a Canosa hanno tolto i reparti, dobbiamo fare in modo che siano potenziati i servizi.
Se ad una famiglia sfrattano la casa, sappiamo tutti che sarà difficile se non impossibile che gliela restituiscano. Il capo famiglia sa che deve trovare una alternativa, che il giorno dopo la sua famiglia avrà un altro problema da affrontare ai tanti bisogni del quotidiano. Perciò dopo la protesta, chi fa politica responsabilmente, deve pensare anche alla proposta.
Per queste ragioni ho presentato e discusso in Commissione regionale un emendamento all’ulteriore Piano di riordino, che è stato condiviso ed approvato: nelle città nelle quali il Piano della Regione prevede la presenza dei cosiddetti PPA (Presidio Post Acuzie), sarà possibile aggiungere i servizi dei PTA (Presidio Territoriale di Assistenza).
Dovendo concorrere a garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, la struttura di Canosa è Presidio Post Acuzie dove sono previsti 20 posti per la riabilitazione funzionale, cardiologica, pneumologica, 20 posti per lungodegenza, il Centro Risvegli con i suoi 45 posti letto. A tutto ciò, è ben possibile aggiungere tutta una serie di servizi che possano rispondere a tantissime esigenze sanitarie ed assistenziali per esami diagnostici e prestazioni cliniche, compresi gli interventi che la nuova chirurgia effettua giornalmente (visto che Canosa ha una piattaforma operatoria di chirurgia) e possono veramente ridurre i disagi dei pazienti, di chi è costretto a girovagare tra ambulatori da una città all’altra per un esame o un intervento di bassa complessità, che poi rappresentano la maggior parte dei bisogni che normalmente si affrontano. Quello che prima era il pronto soccorso, sarà un punto di primo intervento con personale medico H24 che tratterà i casi in cosiddetto codice bianco o verde, mentre i codici giallo e rosso, grazie alle autoambulanze del 118 saranno trasferiti ai vicini ospedali attrezzati con strumentazioni e personale specialistici.
Una risposta di questo tipo sarebbe già una soluzione accettabile: sarebbe una risposta assistenziale possibile, tutelerebbe una struttura sanitaria, che ha già molti ambienti ristrutturati e che viceversa andrebbe in decadimento creando problemi sotto molti punti di vista, è una soluzione che offre una risposta in termini occupazionali.
L’ospedale di Canosa, quindi, dovrebbe ospitare i servizi dei PTA, i Presidi Territoriali Ambulatoriali.
Perciò, in linea con il documento che già con la precedente Amministrazione approvammo in Consiglio Comunale, con urgenza credo il Sindaco di Canosa con il Direttore Generale della ASL BAT e la Regione Puglia debbano sottoscrivere il Protocollo di intesa in cui siano assunti formalmente gli impegni con un cronoprogramma allegato e con la certezza delle risorse necessarie. Solo così anche il singolo cittadino potrà controllare l’affidabilità delle promesse e la credibilità di uomini e istituzioni che finora hanno deluso amaramente. Speriamo sia la volta buona, io ci voglio sperare.
Francesco Ventola, Consigliere Regionale “Noi con l’Italia”
Visite:
1.620