Quando uno scatto è virale!

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Qualche giorno fa ha fatto scalpore la foto di un orso di peluche comodamente sdraiato su un divano nei pressi dello slargo in via Montescupolo a Canosa. La foto è diventata “virale” attirando l’attenzione di giornali e pagine Facebook nazionali.
A fotografare per primo la scena surreale l’ex assessore Elia Marro, che si è limitato a pubblicare la foto senza affrontare nessuna discussione politica. In seguito ad un articolo di Repubblica Bari, lo stesso ex assessore è stato tirato in causa in un comunicato del Comune di Canosa, in cui si notano toni non proprio amichevoli nei confronti di Marro, nonché affermazioni non corrette.
“Ancora una volta l’amministrazione comunale di Canosa procede il suo spettacolo catalogabile come teatro dell’assurdo, citandomi in un articolo con la colpa di aver fotografato una scena che ai miei occhi risultava esclusivamente goliardica, facendo intendere che il mio obiettivo fosse quello di strumentalizzare la situazione in chissà quale modo.
Beh, molto artificioso e fantasioso strumentalizzare un gigantesco orsacchiotto seduto su un divano dal giorno precedente nel centro di Canosa… sembra quasi più divertente degli ultimi anni di politica canosina. Divertente perché appare assurdo che un libero cittadino impegnato in politica, quale mi ritengo, non possa avere la libertà di pubblicare una foto su Facebook senza risvegliarsi il giorno seguente e trovarsi citato nei comunicati ufficiali del Comune. Divertente quasi quanto un Ufficio Stampa che per l’ennesima volta scambia la comunicazione istituzionale con quella di partito. Pensate che noi paghiamo un giornalista per scrivere comunicati contro di me per una foto scattata ad un orsacchiotto in una mattina di sole.
Un ultimo appunto. Nel comunicato si legge: “In questo caso non si tratta assolutamente di inciviltà ma di un ritiro concordato tra il proprietario del divano e del peluche e l’azienda affidataria dei servizi di igiene urbana in città”. Ebbene i nostri politici dovrebbero sapere che, come si legge nella ordinanza n. 160 del 30 agosto 2012 e nella n.88 del 24 luglio 2015, che “Gli ingombranti vengono ritirati a DOMICILIO su prenotazione”.
Quindi il divano e l’orsacchiotto non avevano nessun motivo per sostare in uno slargo PUBBLICO dal giorno prima, DOVEVANO piuttosto restare presso il domicilio del cittadino che intendeva gettarli.
Paradossale leggere di un sindaco e di un partito di maggioranza che difendono un errato conferimento di rifiuti ingombranti pur di attaccare una voce critica dell’Amministrazione pentastellata e un giornalista impegnato nel suo lavoro.
Per di più l’orsacchiotto non è stato ritirato dalla ditta appaltatrice della raccolta rifiuti ma da un cittadino che ha deciso di “adottarlo”.
Studino i nostri politici, prima di attaccare senza motivo i cittadini, di cui sono rappresentanti, scrivendo tra l’altro una serie infinita di sciocchezze. Ennesima figuraccia di una classe politica di discutibile livello. “

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