Carenza di medici? C’è chi richiama in servizio i pensionati, per Direzione Italia la via deve essere quella di favorire l’assunzione di giovani nelle corsie pugliesi. Come? Richiamando i medici che lavorano all’estero e stipulare convenzioni con i tre ospedali ecclesiastici pugliesi (Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, il Miulli di Acquaviva delle Fonti, il Panico di Tricase). Il termine tecnico è “clinicizzazione”, dove i giovani medici vengono assunti e fanno specializzazione, lo stipendio è la borsa di studio. E’ questa una delle proposte lanciate dai consiglieri Ignazio Zullo, Luigi Manca e Renato Perrini durante la conferenza stampa che è servita anche a fare chiarezza sulla nuova legge sulle liste di attesa.
“Il Sistema Sanitario pubblico nasce per salvaguardare la salute dei cittadini, non per fare i conti della serva. E più fai prevenzione e quindi garantisci visite mediche in tempi utili, meno spendi in assistenza ospedaliera. Poi ognuno fa tutte le battaglie politiche che vuole, ma colpevolizzare la classe medica e negare il diritto alla salute sono fuori da ogni logica”. Ha detto Ignazio Zullo.
“Se i nostri provvedimenti sollevano le sofferenze del cittadino, è logico (non inciucio) – ribadisce Zullo – che li abbiano votati esponenti della maggioranza e lo stesso presidente Emiliano. Fin dall’inizio abbiamo osteggiato la proposta di legge presentata da Amati che non faceva altro che massacrare i medici, senza mai fare autocritica sulle responsabilità di una Sanità allo sfascio per colpa di chi l’ha gestita in questi anni, avendola portata in Piano di rientro, quindi con divieto di assunzioni. Oggi il nostro servizio sanitario regionale si è depauperato di operatori sanitari. E non puoi affrontare l’accrescere della domanda senza soldati. Noi abbiamo posto in evidenzia alcuni provvedimenti che possono aiutare questa Regione ad affrontare i problemi delle liste di attesa e che sono diventati legge. Adesso tocca al presidente Emiliano, tenere i conti in ordine e organizzare beni e servizi – ha continuato -, se il servizio pubblico funziona ed è ben organizzato, non ce n’è per il privato. Se non funziona, il privato diventa indispensabile perché, comunque, il cittadino deve essere curato. Quindi questa legge, la nostra legge, spinge il direttore generale della Asl a migliorare ed efficientare la sua organizzazione pubblica, se non è capace non possono essere i cittadini a pagarne le conseguenze. Insomma, dove necessario si vada pure ad acquistare anche extra budget dal privato perchè quando si acquista una prestazione è evidente che risparmiamo sui costi di assistenza. Se diagnostico presto un tumore, l’intervento curativo è meno dispendioso. Quindi alla fine ci sarà un risparmio per le casse pubbliche non uno spreco”.
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