Egr. presidente Michele Emliano,
Avremmo potuto demagogicamente cavalcare fin dall’inizio la polemica dei tanti, davvero troppi, consiglieri del suo staff. Una sorta di “giunta ombra” che ai pugliesi costa circa 500mila euro: un compenso, per ognuno, di loro di oltre 5.000 euro al mese (precisamente 65mila euro l’anno, al netto degli oneri previdenziali e assistenziali), in un momento in cui il 30% una famiglia su 5 in Puglia vive con meno di 1.000 euro al mese. Non siamo neppure entrati nel “merito” delle scelte fatte più in maniera “amicale” che professionale, ci permettiamo solo di farle notare che nel primo mandato il suo predecessore Nichi Vendola ne prese quattro: quattro professori universitari. Ma ora dopo gli ultimi avvenimenti Le chiediamo pubblicamente, con una lettera aperta, di rimuovere dall’incarico Titti De Simone nominata quattro anni fa, al momento del suo insediamento, ufficialmente consigliere per l’attuazione del Programma regionale, di fatto in questi anni è stata solo la portavoce della Rete LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), fino a assumere il ruolo di capopopolo e agitatore di alcuni ospiti durante il Consiglio regionale di martedì scorso, 9 aprile, per chiedere la calendarizzazione di un Disegno di Legge regionale contro l’omofobia. E’ chiaro che è solo questo l’unico punto che sta a cuore al consigliere De Simone e vuole che venga attuato, visto che in questi anni la sua attività non è pervenuta, mentre viene pagata da tutti i pugliesi. Pagata con soldi pubblici per non fare NULLA.
Sgombriamo il campo da facili e sterili polemiche: noi, come gruppo, abbiamo votato contro quel Disegno di Legge in Commissione non perché siamo razzisti e omofobi, ma solo perché quel provvedimento è privo di dati che dimostrino che in Puglia esiste un problema discriminazione nei confronti del mondo LGBT. Del resto che non vi sia un clima “anti”, come sa bene il centrosinistra, lo dimostra il fatto che per ben quattro volte i pugliesi (due nelle Primarie del csx e due nelle Regionali 2005 e 2010) hanno scelto di votare Nichi Vendola che non ha mai nascosto la proprio omosessualità, vissuta per altro pubblicamente con il suo compagno in un clima di convivenza civile. Se fosse stato il contrario, presidente Emiliano, forse Vendola per primo avrebbe legiferato una legge contro l’omofobia. Se non l’ha fatto è perché il problema non esiste.
Detto tutto questo è chiaro che Titti De Simone è libera di portare avanti tutte le battaglie che ritiene giuste, in Puglia o in Sicilia sua regione d’origine. MA NON A NOSTRE SPESE. Non pagata lautamente con i soldi dei pugliesi. Si metta pure alla guida del popolo LGBT, insceni proteste davanti alla Regione – come fanno tanti lavoratori pugliesi che sono precari, sono in cassaintegrazione e rischiano di perdere il lavoro – ma non come consigliere del presidente della Regione.
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