Continua in perfetta sintonia di gioco, schemi e risultati il lavoro che il bravo mister Ricucci sta facendo su questo gruppo di ragazzi messogli a disposizione dal Direttore Generale Angelo Piacenza ed il Presidente Giuseppe Tedeschi. Una bella risposta, convincente a tutta l’opinione pubblica, alla vigilia titubante sull’organico confezionato dalla dirigenza che invece sin dall’inizio ha sempre creduto sulla valenza di ogni singolo elemento. Una frase bellissima che Ricucci mi disse al suo primo giorno da condottiero del Glorioso Grifone Rossoblù fu quella in cui lui (arrivato da poche ore) era fermamente convinto che questo gruppo non era da mandare alle ortiche in quattro e quattr’otto, si poteva puntare decisamente su questo roster in maniera intensa, magari prima sulla testa (fondamentale) e poi sul resto. E così è stato. Ricucci prendendosi tutte le sue responsabilità, in maniera certosina e magari ripetendo fino alla noia alcuni suoi concetti fondamentali per lo sviluppo del suo gioco, prendendo uno ad uno i suoi ragazzi e parlando con loro per tante ore alla fine ci è riuscito a rivalutare il gruppo. Fisico e sopratutto testa, due aspetti che il buon Celestino, ha trasmesso al suo gruppo imboccando finalmente il tunnel giusto. Eppure quando arrivò, ricordo bene, fu catapultato in un ambiente nuovo e sopratutto assetato di gloria, visto il grande blasone del Canosa Calcio.
Adesso comincia a raccogliere i primi frutti del suo grande lavoro, plasmato una squadra che sa quello che deve fare in campo. Non guardo il roboante risultato (perchè ottenuto contro un Apricena zeppo di under) ma voglio attenzionarmi su un aspetto di non poco conto. Dico una parola difficile ma utilissima per farmi capire subito. L’interscambiabilità degli uomini finalmente non cambiano i risultati. Non cambia mai il famoso e famigerato “Gioco” o “Giuoco” come diceva qualcuno molto più famoso di me (Gianni Brera). Questi ragazzi entrano in campo (tutti) con una identità di gioco precisa e tutti, anche quelli chiamati dalla panchina, non cambiano la valenza della squadra. E’ 4-3-3, formula precisa, e lo è sempre qualsiasi siano gli interpreti. Questo credetemi non è poco. C’è bisogno di tanto lavoro, tanta abnegazione e tanto spirito di sacrificio (da parte di tutti). Segnano finalmente anche i nostri forti attaccanti, Ieva (tripletta) e caro Michele sono già sei quest’anno, doppietta del nostro Vittorio (Pugliese) che piano piano sta tornando (io ti aspetto “sempre”), e poi anche il cristallino Cuttano (sentiremo parlare anche di lui) e Ujka che non fa più segnare quasi nessuno di quelli che passano dalle sue parti e adesso mette la palla nella porta giusta (quella avversaria). Bravi tutti ripeto nell’interpretazione della partita per consentire di vedere “sempre” il sigillo di Ricucci. Iacobone educatissimo nei suoi delicati piedi conduce il centrocampo in maniera esemplare insieme a D’Ercole (quando dicevo sacrificio, lui è l’esempio) e Palmitessa (ormai non è più una sorpresa). Sulle fasce padronissimi della lunga zona Paradiso (che bravo questo ragazzo) ed il baby Rocco Di Pietro (attenzione volevo sempre ricordare a tutti che questo ragazzino è canosino purosangue). In attacco insieme a Ieva e Pugliese, Celestino da una maglietta da titolare a Perrone che fa il suo nel primo tempo. Centrali difensivi Ujka ed un ritrovato Gino Manasterliu tornato quasi ai suoi livelli della passata stagione. E’ un ragazzo dolce fuori dal campo ma fortissimo ed aggressivo in campo. E la notizia più bella è che Gino è tornato e su di lui anche il mister ha capito che può fare affidamento. Così credo che quella agognata zona salvezza (30-32 punti) si può raggiungere senza sognare. La nostra vittoria quest’anno è tenerci la categoria e giocando così spero la si raggiunga in poco tempo. Poi alla provvidenza non c’è limite, tutto quello che verrà sarà oro colato per i palati fini dei grandi tifosi del nostro tanto amato Canosa Calcio.
Pino Grisorio
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