Credo che scrivere della propria squadra del cuore sia la cosa più bella del mondo ed è quello che mi capita da tanto tempo, da quando ho cominciato a seguire il nostro Canosa sul mai dimenticato Marocchino, insieme ad amici che mi hanno insegnato le regole più elementari per una buona e veritiera scrittura degli accaduti. Allora amici, assolutamente senza nessuna polemica, vorrei puntualizzare alcuni punti e situazioni che non bisogna mai dimenticare quando si analizzano le partite. Intanto il contesto. Ebbene quest’anno il nostro tanto amato Canosa Calcio 1948 ha cominciato il suo campionato di promozione con il chiarissimo intento (e non dimentichiamolo Mai) di salvarsi ed il prima possibile. Difficile alla vigilia poter pensare di fare una passeggiata, leggendo i nomi dei protagonisti in campo, tutti molto bravi e giovani (alcuni delle vere e proprie scommesse, altri in attesa di conferma), sapendo che si doveva soffrire sempre , conoscendo il gruppo delle pretendenti che avrebbero inseguito lo stesso obiettivo rossoblù. L’inizio della stagione non l’ha dimenticata nessuno, tante sconfitte e purtroppo il serio problema occorso al vecchio allenatore (Trallo) che lo ha costretto a lasciare la squadra. Poi l’ottima dirigence del sodalizio rossoblù con il presidente Tedeschi in testa sceglie Celestino Ricucci e cominciano ad arrivare i risultati tanto attesi. Tutti sapevamo che la squadra non era poi così scarsa come veniva dipinta sulle tribune dopo le sconfitte contro squadre molto forti come Sly, Manfredonia, Castellaneta e Borgorosso. C’era bisogno solo di attendere ed aspettare che i giovanotti in campo cominciassero ad avere più fiducia nei propri mezzi. A questo è servito in maniera molto efficace il buon Ricucci che ha proseguito nel buon lavoro fatto dal vecchio allenatore. 4-3-3 è la nuova filosofia di gioco e con questo schema siamo bravi a giocarcela su ogni campo. Questo, attenzione, non vuol dire, cari amici, che andiamo a comandare sugli altri campi (non abbiamo ne mezzi e sopratutto uomini capaci di fare questo)… a questo ci pensano Sly, Bitritto e Manfredonia. Adesso riflettiamo… quando a Bitritto i nostri giovanotti, senza paura o timore reverenziale, scendono in campo, vanno sotto di 2 gol e poi pian pianino riescono ad accorciare e preoccupare i padroni di casa fino all’ultimo minuto (impedendogli di realizzare la rete della tranquillità), spaventando un pò tutti per un risultato sempre in bilico, io ritengo sia stato un grande successo per il nostro Canosa. Questo non vuol dire che siamo più forti del Bitritto (mi riterrei un folle sostenere questo) ma credo che aver mantenuto aperto il risultato a qualsiasi finale, significa che anche la nostra giovanissima squadra ha giocato la sua grande partita. Questo conoscendo il valore umano messo in campo. Brava quindi la nostra squadra, bravissimi a Rutigliano per aver capitalizzato le poche occasioni da gol avute da Ieva e compagni. I padroni di casa avevano la grande occasione di azzannare il Grifone per avvicinarsi in classifica e rientrare in gioco per la salvezza. Ebbene così non è stato, perchè semplicemente, i nostri beniamini non ci stavano a lasciarsi mangiare dalla squadra allenata da Stefano Colucci ed hanno prima bloccato i flebili attacchi di casa e poi puniti con due gol molto belli, sopratutto la capocciata di Manasterliu, che mi regalato personalmente una grande soddisfazione. Infatti è dall’anno scorso che stavo aspettando un suo gol (e lui lo sa), ci è andato vicino più volte, lo ha fatto forse nella partita più importante della stagione. In un solo colpo allontaniamo una rivale diretta nella lotta salvezza e sopratutto diamo un segnale importante al campionato. Tantissime volte non è sempre quella che ha l’80% del possesso palla a vincere, la partita può essere vinta anche aspettando e colpendo nell’unico contropiede a disposizione (Capello insegna). Chiarito questo prendiamoci con gusto questo immenso risultato, un risultato importantissimo che ci rilancia in maniera importante, ossigenando con aria pura l’intero ambiente rossoblù. Stiamo vicini ai nostri giovanotti che sono sempre di più (Gaetano Roccia, Cassano, Ujka, Strippoli, Di Corato, Cuttano, Del Latte, Macchiarulo, Amorese, Patruno) senza dimenticare che lo stesso Paradiso, Zambetta, Palmitessa, Valentino e Di Molfetta non sono datati, anzi. Complimenti a tutti ed avanti così. Scusate la puntualizzazione. (Grazie ad Antonella Cristiani per averci concesso la foto)
Pino Grisorio
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