Sabato 5 Agosto p.v., la ConCattedrale Basilica di San Sabino assieme alla Fondazione Archeologica Canosina Onlus e alla Società Cooperativa Dròmos.it, all’interno del Parco archeologico di San Giovanni, alle ore 20,si svolgerà la messa in onore della Madonna della Fonte, compatrona di Canosa di Puglia, cui seguirà la fiaccolata per il ritorno dell’icona nella ConCattedrale di San Sabino.
L’antica tradizione fa risalire a San Sabino l’inizio del culto a Maria SS. Della Fonte, il Santo Vescovo l’avrebbe portata con sé da Costantinopoli, ove si era recato per la missione affidatagli dal Pontefice S. Agapito. Il titolo Maria SS.ma della Fonte trarrebbe origine, seconda il Tortora, da una magnifica fontana marmorea, esistente nelle adiacenze della Chiesa, che attingeva acqua da acquedotti collegati con i monti irpini.
Il Canonico Vincenzo Di Muro, in una memoria storica del 2 Febbraio 1914, cui ci riferiremo in queste note storiche, così descrive l’Immagine della Madonna della Fonte : “ La dipintura eseguita su legno vi fornisce tutti i dati di una fattura antica bizantina. Rappresenta la Vergine, a mezzo busto, sorreggente il Bambino sul braccio sinistro, e nel cui viso l’usata espressione di bontà non si scema per la tinta quasi nera che predomina. L’aspetto matronale della Vergine, la dignitosa vetustà, gli occhi grandi e bellissimi, soffusi di pietà, costituiscono le sembianze grandiose, esprimenti di Lei la grande misericordia.”
Numerose sono inoltre le testimonianze di interventi prodigiosi attribuiti alla protezione della Madonna, come in occasione della peste, nel sec. XVII, ove perdite in vite umane risultarono “ di poco numero di gente “.Nel 1799, in occasione dell’invasione e devastazioni operate dalle truppe francesi, i canosini scamparono al terribile eccidio, “che dovunque apportavano quelle orde selvagge”. Come ringraziamento alla Madonna della Fonte, fu rivestita l’antica effige, nella parte corrosa e distrutta dalle fiamme, di un ricco ed artistico indumento, elaborato a fine cesello d’argento “ lasciandovi soltanto intatti i sacri volto della Vergine e del Bambino e sovrapponendo ai loro augusti capi due bellissime corone pure d’argento, tempestate di pietre preziose “.
Nel maggio del 1905 Padre Antonio Maria Losito fu esortato a raccogliere offerte per il restauro della chiesa di San Sabino. Una raccolta di offerte fu richiesta per le corone d’oro per la Madonna della Fonte e del Bambino, le quali furono cesellate a Napoli.
Inoltre, nella seconda Domenica di Pasqua, o Domenica della Divina Misericordia, l’icona viene venerata durante la Festa delle Primizie, poiché Maria è primizia, il primo frutto, dell’umanità nuova che rinasce dalla Pasqua.
Non a caso la festa mariana è rimasta legata, nel tempo, a quella delle primizie della terra, una festa di rinascita e rinnovamento.
Ilenia Pontino- Fondazione Archeologica Canosina
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