C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria, cantava Giorgio Gaber qualche anno fa.
L’ironia pungente del famoso ritornello bene si inserisce nell’attuale situazione di Canosa. L’inquinamento ambientale è, infatti, un problema di grande attualità in questi giorni con tutti i cittadini mobilitati per impedire l’ampliamento della discarica BLEU in Contrada Tufarelle.
E’ un tema, quello dell’ambiente, strettamente connesso a quello della salute e come cittadini abbiamo il dovere di pretendere la da parte delle nostre istituzioni, la garanzia della salubrità dei luoghi in cui viviamo oltre che la massima trasparenza sulle informazioni relative alle attività inquinanti che possono mettere a rischio la salute di tutti noi.
Il nostro territorio presenta diverse criticità ambientali, come le famigerate discariche della Solvic e della Bleu srl in Contrada Tufarelle, il Sansificio S.o.l.e snc, i cui miasmi noi tutti ben conosciamo, la vicinanza alla città di Barletta dove è localizzata la Cementeria Buzzi Unicem, ritenuta responsabile dalla Procura di Trani dell’incenerimento illecito di rifiuti (e conseguente produzione di emissioni tossiche) e infine la presenza di un massiccio traffico urbano veicolare.
Nonostante nel 2015 il gruppo attivisti del M5S di Canosa, avesse presentato richiesta al Comune di Monitoraggio Ambientale, ad oggi nulla si è mosso infatti, non è presente sul territorio comunale alcuna centralina per il monitoraggio dell’aria.
Secondo le statistiche ACI, già nel 2015 a Canosa erano presenti 520 automobili ogni 1.000 abitanti. Numeri ad oggi sicuramente in crescita, considerato l’insufficiente sviluppo del trasporto pubblico urbano a Canosa. Del resto, è sufficiente concedersi una passeggiata a piedi da zona 167 lungo via Corsica fino al centro storico in Piazza Vittorio Veneto, per rischiare una crisi respiratoria a causa dei troppi gas di scarico di veicoli molto spesso non in linea con la normativa sulle emissioni inquinanti.
Considerato che gli Enti locali e il Sindaco sono gli esclusivi “garanti” della salute e della salubrità dell’ambiente, laddove questa sia minacciata e danneggiata da situazioni collettive che agiscono in contesti pubblici, quali le emissioni del traffico veicolare sulle strade, principale fonte di insalubrità dell’aria, e ritenuto che l’attuale Amministrazione si compone di quelli stessi attivisti che nel 2015 si fecero promotori dell’istanza sul monitoraggio ambientale a Canosa, ho presentato una richiesta di installazione di centraline per il monitoraggio dell’aria nel territorio comunale di Canosa di Puglia, al Sindaco, all’Assessore all’Ambiente e ai Gruppi Consiliari.
Da quanto emerge sul sito di ARPA PUGLIA, a Canosa non sono presenti centraline mobili o fisse per il monitoraggio dell’aria, pertanto ho ritenuto opportuno sollecitare l’attuale Amministrazione ad avviare l’iter richiesto dall’ARPA per l’installazione di una centralina, mobile o fissa che sia, nei punti ritenuti “sensibili” della città, considerato che la richiesta del 2015 è rimasta, apparentemente, lettera morta.
L’obbligo di buona amministrazione comporta azioni dirette alla prevenzione dell’inquinamento in capo ai Comuni e ai loro Sindaci. Solo l’amministrazione territoriale è infatti, istituzionalmente dotata di poteri di coercizione e sanzionatori sui comportamenti che violino le regole di legge che incidono sulla salubrità dell’ambiente (es. gas di scarico, limiti di velocità degli autoveicoli, incendi, deturpazioni, abbandono di immobili in macerie, discariche abusive di sostanze e materiale inquinanti).
Vale la pena ricordare quanto ribadisce una sentenza del Tribunale di Palermo di marzo 2009 su Inquinamento da traffico veicolare e Omissione di atti d’ufficio per la Responsabilità Giuridica degli Enti Territoriali: “ i poteri attribuiti dall’ordinamento generale al Sindaco in materia di traffico veicolare e di inquinamento dell’aria, consentono di affermare che la mancanza o la inadeguatezza delle deliberazioni atte alla prevenzione ed alla eliminazione di gravi livelli di inquinamento dell’aria, e lesivi pertanto del diritto alla salute umana, sono suscettibili in determinati casi di configurare i reati di cui agli artt. 328 e 674 c.p., di omissione di atti di ufficio e di emissioni atte ad offendere la salute di una pluralità di persone. La responsabilità giuridica di intervenire adeguatamente deve essere riconosciuta, oltre che al sindaco, agli assessori ed in generale a tutti gli organi che sono in concreto dotati di poteri deliberativi, nell’ambito di organismi amministrativi di enti territoriali, essendo tutti questi soggetti preposti a rilevanti settori del governo del territorio urbano e circostante. (….) Il “precetto” costituzionale della buona amministrazione determina che l’’obbligo d’intervento gravante sulle amministrazioni preposte debba essere espletato attraverso “provvedimenti” logici, adeguati ai fini per cui la legge attribuisce i poteri corrispondenti, e coordinati tra di essi (provvedimenti suscettibili come tali di sindacato di legittimità e di merito, sotto il profilo del corretto uso del potere discrezionale e delle scelte di natura tecnica).
La natura discrezionale tecnica dei provvedimenti (ordinanze d’urgenza, delibere consiliari) espressione dei poteri degli enti territoriali non esonera dalla obbligatorietà del loro esercizio e alle conseguenti responsabilità civili e penali che ne derivano, in considerazione della rilevanza costituzionale e della preminenza sociale dei diritti soggettivi interessati in materia di salute e ambiente”.
E’ auspicio di chi scrive, pertanto, che l’istanza possa essere inserita nell’O.d.G del prossimo Consiglio Comunale, certa della sensibilità di questa Amministrazione a una proposta di cui i suoi stessi membri si fecero promotori due anni fa.
Brigitta D’Aulisa
Economista dello Sviluppo Economico e Politiche Occupazionali
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