“Stiamo assistendo, nell’ultimo periodo, alla rimozione di alcuni dehors di attività commerciali occupanti suolo pubblico”. A dichiararlo è l’ex assessore Elia Marro, dopo aver accolto le lamentele di alcuni gestori.
“E’ stata evidenziata una seria difficoltà nelle richieste di occupazione del suolo pubblico, sia temporanee che permanenti, giacenti da mesi presso l’ufficio SUAP e alle quali non è stata data alcuna risposta – dichiara -. I gestori hanno provveduto o stanno provvedendo alla rimozione delle strutture o dei tavoli all’esterno per non incorrere in sanzioni a causa del mancato rinnovo, nonostante abbiano già speso denaro per l’elaborazione burocratica delle richieste.”
Da cosa dipende questa situazione così strana? Continua Marro: “Alcuni esponenti della maggioranza hanno più volte sostenuto, sui social e in presenza dei gestori dei locali, che la precedente Amministrazione abbia operato in modo illegittimo, avendo rilasciato autorizzazioni temporanee, anche in aree vincolate, senza il parere della Soprintendenza.
A tal proposito devo assolutamente dissentire da tali affermazioni, che mettono in luce tanto l’onestà, fino a prova contraria, del M5S, tanto l’incompetenza amministrativa – continua Marro -. E’ opportuno che i membri della maggiornanza rivedano le loro teorie, specialmente alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n°140/2015 con la quale la C.C. ha cassato alcune norme varate dal Governo che, inserite nel Codice Urbani (D.Lgs. 42/2004), imponevano che l’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico da parte dei pubblici esercizi fosse accompagnata dall’autorizzazione da parte della Soprintendenza persino nell’arredo.
Cassare vuol dire cancellare, dunque, conseguenza di tale pronuncia è che per il rilascio delle autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico al servizio di attività commerciali, la cui competenza rimane attribuita ai Comuni (art.54 del D.Lgs n°267/2000), viene escluso il potere autorizzatorio delle Soprintendenze.
In più, così come sancito dalla stessa Consulta, in mancanza di un tavolo di concertazione tra i vari organismi dello Stato, Regioni ed Enti locali, non è possibile che la Soprintendenza possa autorizzare l’occupazione di suolo pubblico” aggiunge Marro.
Agli occhi dei cittadini resta la desolazione di una città che vede ridotti gli spazi di aggregazione, ormai divenuti storici punti di incontro – termina Marro -. Questa rappresenta una reale perdita per l’economia della città e per i commercianti che, senza gli spazi precedentemente occupati, vedranno di fatto una diminuzione della clientela. Alto resta inoltre il rischio di licenziamenti del personale, come mi hanno fatto notare i proprietari delle attività; estrema conseguenza la migrazione dei giovani in altre città per divertimento e per lavoro. Si agisca nel più breve tempo possibile per porre rimedio a questa situazione surreale.”
Assessore allo Sport e allo Spettacolo di Canosa di Puglia Elia Marro
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