Se facciamo riferimento alla situazione italiana, il Partito Democratico ha Governato un Paese con oltre due mila miliardi di debito pubblico (30 mila euro per cittadino) e che viveva, nel 2013 più di oggi, una situazione di grave instabilità socio-politica.
In particolare l’Italia di quegli anni viveva la stessa situazione riprodotta dall’inizio del famoso film francese “L’odio”: un uomo cade da un palazzo di cinquanta piani e per farsi coraggio si ripete mentre precipita “fino a qui tutto bene”. Perché il problema, appunto, sarebbe l’atterraggio.
In Italia l’impatto al suolo rimane una possibilità, come per quell’uomo. Come per la Grecia. Dovremmo dircelo con franchezza. Soprattutto se dovessimo mettere a repentaglio una situazione che finalmente inizia a dare piccoli segnali di miglioramento: oggi crescono i consumi, crescono gli investimenti, e per la prima volta dall’inizio della crisi cala il rapporto debito/pil dal 132% al 131,6%. Anche la disoccupazione è in calo, dal 12,9% di gennaio 2014 all’11% di oggi, il risultato più basso da settembre 2012 ma comunque resta il problema se pensiamo al livello dei salari e all’alta precarietà dei rapporti di lavoro.
Il Partito Democratico ha segnato una svolta nel Governo del Paese di cui dobbiamo essere coscienti.
Dunque parliamo di questo, parliamo dei problemi veri del Paese perché le promesse di Berlusconi sulle tasse e sulle pensioni, oppure il reddito di cittadinanza di cittadinanza di Di Maio, ci sembrano assurdità pericolose nell’Italia con 2.275 miliardi di debito pubblico.
Secondo voi sono impegni realizzabili? Pensiamoci un attimo.
Come è arrivato Monti al Governo dell’Italia? Perché le riforme Monti/Fornero le hanno votate anche Berlusconi e Meloni?
Queste le premesse, a voi tocca trovare le risposte.
A noi spetta parlare di fatti. A noi il compito di dirvi come abbiamo provato a migliorare le vite degli italiani in questi anni pensando ad un futuro sostenibile per tutti. Ed è quello che proveremo a fare da qui al prossimo 4 marzo: reddito di inclusione, abolizione IMU sulla prima casa, 80 euro, bonus cultura, unioni civili e tanto altro ancora per noi non sono slogan. Sono fatti concreti con cui vogliamo provare a dirvi che passano dal 4 marzo le speranze per il futuro dell’Italia.
Ad ogni modo, qualunque colore politico avrà il voto di ciascuno di noi, andiamo a votare: restare a casa sarebbe una triste resa incondizionata ad un Paese ostile al cambiamento che tuttavia ha tanto bisogno di noi per sperare in un futuro all’altezza della sua Storia.
Marco Silvestri
Componente Assemblea BAT
Partito Democratico
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