La proposta di “Io Canosa” per rimettere in discussione il piano di riordino ospedaliero.
Ci rendiamo conto, con il passare degli anni e con le situazioni che mutano, di non poterci più permettere battaglie di solo campanile, soprattutto su un tema così delicato come il diritto alla salute.
Le mobilitazioni, i sit-in, le proteste hanno un senso solo se, in seguito, la Politica mette in campo delle proposte: le campagne elettorali hanno inizio e una fine. Adesso è tempo di ragionare insieme a soluzioni credibili in difesa del nostro Territorio, anche per tenere alta la fiducia dei cittadini che vogliono delle risposte e che non trovano neanche più le forze per protestare.
Alziamo la voce dunque, chiedendo una politica della salute che abbia una visione perché penalizzando i servizi non si riducono neanche i costi, come dimostrano i dati e come facilmente possiamo intuire immaginando i costi relativi a stipendi, ristrutturazioni delle strutture, apparato burocratico e amministrativo, che non cambiano con la riduzione dei servizi.
Per questo, innanzitutto vogliamo sottolineare che, con migliaia di interventi garantiti ogni anno, non ci sono le condizioni per la chiusura del pronto soccorso di Canosa. Altresì risulta assolutamente necessario l’inserimento delle prestazioni di assistenza a coloro che sono sottoposti a cure chemioterapiche tra i servizi ambulatoriali previsti dal protocollo d’intesa regionale.
Tuttavia, sul piano generale della discussione: chiediamo una seria riflessione sulla soppressione della ASL BAT e di tornare al progetto delle tre macroaree regionali in cui organizzare il piano sanitario pugliese.
Era su queste premesse che si lavorava e di lì tocca ricominciare, aprendo un confronto su questi temi e riscoprendo una visione più generale del piano sanitario: a noi interessa avere presidi ospedalieri vicini, poco cambia per quel che riguarda uffici e governance sanitarie che possono tranquillamente stare lontani.
Proponendo lo smattellamento di queste sovrastrutture vogliamo chiedere conto del rapporti tra cittadini e posti letto che relega la BAT in ultima posizione in Puglia, perché prima di mettere in discussione i servizi di assistenza alle cure, dobbiamo mettere in discussione i costi degli apparati burocratici e amministrativi che non garantiscono servizi ai cittadini.
Non difendiamo semplicemente logiche campaniliste, ma sfidiamo Emiliano a un confronto di sistema che riguarda l’intera Regione, e proprio in questa logica possiamo affermare che l’ospedale di Canosa è un presidio necessario per i canosini, ma anche per le città limitrofe con cui dobbiamo fare sistema.
Andrea Silvestri
Segretario “Io Canosa”
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