Ernesto La Salvia sul consiglio comunale: e le stelle stanno a guardare

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Non avevo mai assistito ad un consiglio comunale che non avesse da deliberare: un incontro nel quale un generico ordine del giorno fosse occasione di “dibattito” su questa o quella visione o presunzione sulla sanità. Quella locale, naturalmente. Ed ho sentito di tutto: “non si può tornare indietro” ma pure “vogliamo la riapertura” passando per una “rideterminazione delle aree delle AUSL pugliesi: 3 in tutto” etc. ma il mantra ripetuto quasi come intercalare al Sindaco Morra alla fine ha generato una vera chinetosi: “noi dobbiamo capire…” quale assistenza resta, che fine fa il diritto alla salute, dove va a finire uno che si sente male…. In altri termini non abbiamo capito NULLA di quello che succederà ma abbiamo la faccia tosta di rigurgitare una proposta che altro non è (udite-udite) se non quanto già codificato dalla Regione Puglia nel 2015-2016. “Questa volta chiedendo un certo cronoprogramma applicativo!”. Così si fa!!! Un Consiglio a km 0 ed a 0 proposte.
Era presente dietro la balaustra anche l’ex sindaco di Spinazzola che mi ha chiesto, scherzando, perché ci fosse un CC senza deliberato: non ho saputo dare risposta. Forse perché senza dire nulla poi si può sempre fare la figura di chi non è stato smentito dai fatti. O forse perché, per onestà intellettuale, non sapendo di cosa parla (i LEA sono stati citati in ogni intervento, con e senza posti letto, con e senza ambulatori!) è meglio tacere prima di proporre: “dobbiamo capire”!
Ad onor del vero è stato pure detto che non c’erano ambulanze per l’urgenza perché mancava l’autista (erano state allertate, come in molte altre circostanze, le Associazioni del territorio iscritte al Registro regionale ed alla ASL perché fornissero il mezzo con autista in caso di necessità in tempi brevissimi per i trasferimenti DAL Pronto Soccorso); o che “il locale PPI è pericoloso” perché mancano gli anestesisti (affermazione dell’avv. Morra dopo l’intervista al termine della manifestazione di qualche giorno fa): e dove sta scritto che non ci sono ad ogni turno o che il personale dedicato non sia capace di rianimare, non già di anestetizzare, si badi bene? Sono pochi gli anestesisti già dipendenti dell’Ospedale canosino, ragione per cui dal PO di Andria, quotidianamente, arrivano a turnare specialisti; si tratta di un lavoro d’attesa, giustificato dalla presenza di due reparti per acuti e dal PPI: in caso di situazione particolarmente critica che richieda una gestione avanzata delle vie aeree (con sedazione e quindi ANESTESIA) ne viene richiesto l’intervento.
Per fortuna dopo il consiglio il sindaco “sub tutela dambrosiae” ha fatto un video postato sulla pagina dell’Onorevole nel quale ricorda di essersi sempre battuto
(comitato art. 32) per il diritto alla salute mentre, nel gabinetto del Sindaco di Canosa, fa il valletto dell’andriese invadente (ma Istituzione di questa Stato!) con un po’ di comparse rigorosamente mute ma autorizzate a muovere la manina per salutare alla fine. Massima è l’attenzione per quel che succede (come in altri comuni pugliesi) “ma la colpa non è nostra e lo spiegheremo ai cittadini”.
E’ necessario, difronte ad un argomento così delicato, avere elementi certi di valutazione e competenze che sono alla portata di chiunque si legga gli atti. Perché di chi è “la colpa” francamente ci interessa poco! Ad onor del vero, gli unici interventi “circostanziati” sono stati quelli del consigliere regionale e dell’esule della sinistra locale (Ventola e Imbrici). I citati PTA hanno fatto abbassare il capo a tutti pochè nessuno sapeva cosa fossero i Presidi Territoriali di Assistenza DEI QUALI SI STA ANCORA DISCUTENDO all’ARES. La verità è che viene chiesto ai Direttori Generali di accelerare l’applicazione di QUANTO PRESCRITTO nel piano di riordino ancor prima di deliberare sulla tipologia dell’interro sistema 118 e degli stessi PTA (sembra di leggere: “fate in fretta poi vi diremo come”!): questo spaventa, così come l’assenza della politica locale da queste dinamiche.
Spaventa l’idea di affidare a Medici (che non ci sono e che sono spesso “velocemente” formati all’urgenza) strutture che spesso non offrono alternative ai cittadini; in posti nei quali non verrà frustrato solo il bisogno di salute del paziente ma anche la professionalità dei sanitari incapaci di “graffiare senza unghie”. In un territorio (sanitario) che è rimasto indietro a rivendicare magari sindacali riconoscimenti prima che prove di efficienza nel trattamento dei pazienti; dimentico delle promesse riconversioni e delle NUOVE REALIZZAZIONI PER L’URGENZA; un territorio che prende in ostaggio i comuni limitrofi per ragioni di campanile: se Minervino e Spinazzola non hanno nulla e Canosa ha pochissimo…chiediamo per quelle comunità invece che puntare su quello che appare impossibile potenziare a Canosa; così per Andria: il PS scoppia per l’arrivo dai comuni limitrofi: potenziamo Andria per fare un “favore” ai Canosaini piuttosto che chiedere per casa loro!
Il percorso iniziato bel oltre 3 lustri or sono sembra irrefrenabile e fuori dalla portata decisionale della periferia. Questa, però, non può essere rassegnata a quanto succede ma attiva propositrice, se capace, di modelli possibili in questo territorio. Il dramma è che con le proposta manca pure l’opposizione al piano! E la gente “vuole capire” questa volta da Lei, Sindaco, qual’è, se c’è, la SUA strategia.

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