Giovedì 24 Maggio doppio appuntamento dedicato a Cesare Berlingieri ore 11,30 presso Palazzo Carafa, Via Francesco Rubichi, 16, per la conferenza stampa e la presentazione del Volume d’arte di Cesare Berlingeri, a cura di Maurizio Vanni, Giampaolo Prearo Editore, prodotto dall’Associazione Culturale Spirale d’Idee e da ART&CO gallerie, in collaborazione con l’ Archivio Berlingeri.
Alle ore 19 nella sede della galleria Art&Co, via 47 Reggimento Fanteria, 22 a Lecce sarà inaugurata la mostra Cesare Berlingeri Il silenzio della materia.
Il Volume dedicato a Cesare Berlingeri sarà presentato durante la conferenza stampa alle ore 11.30 in Palazzo Carafa, e vedrà coinvolti Carlo Maria Salvemini Sindaco della città di Lecce, l’artista Cesare Berlingieri, Tiziano Giurin Presidente ART&CO gallerie, Massimo Ferrarotti presidente associazione Spirale di Idee, Maria Agostinacchio critico d’arte e curatrice.
Il volume, un’edizione di pregio di oltre 400 pagine, si propone di documentare 50 anni di storia di uno dei più importanti artisti italiani, dal 1968 sino alla grande Mostra antologica che verrà realizzata nel 2019 al Marca di Catanzaro.
Altamente creativo, solitario ma non isolato, tenace nell’essere mobile, Cesare Berlingeri ha arricchito l’arte di un’ampia opera dall’innovativo registro sia plastico sia cromatico, a raggio internazionale, vivendo e lavorando in terra natale, la Calabria, un’unità circondata da tre mari – come se i contorni delle pieghe aprissero un luogo infinito che fosse pieno di angoli come la vita.
Nella prefazione al volume d’arte, cosi Tommaso Trini definisce Cesare Berlingeri: “Le pitture piegate di Cesare Berlingeri sono la più originale opera d’arte emersa in Italia nella seconda metà del decennio 1970. Ciascuna di esse si espande all’interno e sui contorni di una tela unica, le cui superfici variamente irrorate di colore e grafie vengono dispiegate in uno o più strati, aprendo volumi performativi di visibilità/invisibilità tra la luce, l’ombra, il buio. E’ come vedere un cosmo minimo dall’esterno, fermo al big bang dell’atto creativo, se non un sudario per gli sguardi ermeneutici dei vedenti. E’ una pittura performativa che vediamo scolpita da uno strato di ignoto. Nel decennio 1970 l’artista in formazione ricercava fra i sentieri della Conceptual art tesa alla filosofia dei testi scortati da immagini, e l’avanguardia strutturale della Minimal art, e il rigonfiarsi dei quadri astrattisti già monocromi nella volumetria iconica delle pitture come oggetti. Altri si sarebbero invece arresi al revival di pie correnti pittoriche già espressioniste o metafisiche. Berlingeri avanzò contro quel senso di marcia senza regredire di un passo, lavorando per necessità in teatro anche come pittore di scena. La questione posta dalle sue prime pittura piegate o avvolte, che risalgono al 1978, può essere così sintetizzata: ogni costrutto visivo-plastico è un oggetto in sé, globale se non del tutto sferico, le cui ondulazioni oscillano tra il visibile e l’invisibile, quale che sia il medium utilizzato (scritto, vuoto, raro, orale o architettonico) verso la precisione dell’intento. Così Berlingeri, mentre si affermava, spiegherà in seguito il proprio concetto: “Ciò che è dipinto in queste opere è il passaggio delle immagini pensate, vale a dire l’entrata nell’ occultamento, il ritorno alle ombre, all’oscurità. Nei miei dipinti piegati, costituiti da più superfici sovrapposte, la superficie esterna è la prima immagine che nasconde totalmente o parzialmente le altre. La loro è una struttura dalle facce infinite. In tale struttura è il tempo stesso, imprigionato nello spazio, a creare la distanza. La luce mette in discussione la forma e le consente di emergere attraverso il dialogo con l’ombra, creando il mistero del non visto proprio per la sua tridimensionale fisicità.” (2003).
Ecco la vera sostanza della sua opera, tanto più preziosa quanto più è rara altrove”.
Così aggiunge Maria Agostinacchio “ Il Concettuale di Cesare Berlingieri non risiede nell’astrazione della ragione, ma nella familiarità del quotidiano. La poetica della piegatura, plasmata dalla gestualità della consuetudine, disvela lentamente allo spettatore un universo segreto, che trae profondità dalla stessa ritualità esplicita.
Colore e forma integrano le categorie estetiche della plasticità e della bidimensionalità arrecando una rassicurante liricità allo spettatore”.
Note Biografiche
Cesare Berlingeri inizia a dipingere giovanissimo. Nel ’68 intraprende una serie di viaggi in Europa dove si confronta con la cultura contemporanea. A Roma, negli anni ’70, lavora per il teatro e per la televisione come scenografo e costumista. Nel ’75 si tiene la sua prima personale a Firenze presso la galleria AxA, nel ’78, invece, la sua prima personale romana alla galleria Soligo. Nel ’86 è invitato alla XI Quadriennale. I dipinti piegati sono presentati al pubblico nel ’90, dopo l’incontro con T. Trini, nella personale Opere recenti. In questi anni numerose sono le personali e le collettive nelle quali è esposto il suo nuovo lavoro. La galleria La Polena di Genova gli dedica una personale, Viaggi. Per la Fondazione Mudima crea una grande installazione a parete dal titolo Piegare la notte (1994) e nel 1999 sono presentati, oltre alle Piegature, dei piccoli dipinti su piombo. Sempre alla Fondazione Mudima sono presenti anche delle grandi tele segnate a carbone nelle quali affiorano “elementi figurali, segni quasi umani, ombre di presenze, cicli che discorrono”, con parole di T. Trini, che ne cura un’importante monografia edita da Skira nel 2003. Nel 2003 espone alla Mole Vanvitelliana di Ancona; nello stesso anno è invitato dal Comune di Padova per una personale presso le scuderie di Palazzo Moroni. Nel 2005 la Calabria si fa promotrice di due significative mostre. La prima presso il Castello Aragonese di Reggio Calabria con una ricca retrospettiva, La pittura piegata. Per la sala della torre realizza Deposito di stelle, un’installazione composta da grandi piegature blu, accatastate su delle pedane di legno, per la quale V. Baradel scrive: “[…] la sua luce blu si fa colore solido ripiegandosi nello scrigno della tela. […] L’alto e il basso si affratellano quando le stelle scendono nel punto più basso”. La seconda grande personale in Calabria è l’antologica Materia 1975 – 2005, a cura di Philippe Daverio, presso il Complesso Monumentale S. Giovanni, a Catanzaro. Nel 2006 presenta nuovi lavori: i Corpi, questo il titolo della personale che tiene al MUDIMAdrie di Anversa, sono corpi d’aria rivestiti da una superficie levigata. Nel 2007 una mostra itinerante, formata da circa 200 opere, documenta il percorso dell’artista fin dagli anni Sessanta, presso il MAC Museo de Goiania, il MAM Museo de Arte Moderna de Salvador de Bahia ed il MAM Museo de Arte Moderna di Rio de Janeiro.Tra il 2008 e il 2012 le sue opere sono esposte in numerose gallerie e istituzioni italiane tra cui: Università della Calabria, CAMS, Centro Arti Musica e Spettacolo, alla 11th International Cairo Biennale e presso Anniart 798 Factory, Pechino, Studio Lattuada, Milano. Nel 2012 la Fondazione Rocco Guglielmo, la Fondazione Rotella e la Vecchiato ArtGalleries organizzano a Catanzaro, presso la Casa della memoria e la chiesa di Sant’Omobono, un’esposizione dal titolo Ghiacci ed ombre. “[…] L’installazione dei Ventinove avvolti con ombra nell’azzurro […] e Primordiale […] sono due stazioni che avvicinano ulteriormente il nodo cruciale, rappresentato dalla presenza dell’umano in ogni forma visibile che ci circonda. […] (M. Meneguzzo, curatore della mostra). Alla fine dell’anno si ha la personale Andar per stelle all’interno della rassegna RAM, presso il Centro culturale Alinate San Gaetano di Padova a cura di L. Beatrice,dove per un’installazione collabora con il musicista giapponese KK Null (Kazuyuki Kishino). Tra il 2013 ed il 2015 partecipa a prestigiose collettive come Il libro: d’arte e d’artista organizzata dall’Istituto italiano di cultura presso il Beit Ha’ir, Museo di Cultura Urbana di Tel Aviv-Giaffa e curato da C. Siniscalco; Artisti nello spazio da Lucio Fontana ad oggi: una storia dell’arte ambientale italiana a cura di M. Meneguzzo, B. Di Marino e A. La Porta presso il San Giovanni di Catanzaro e Rigorismo presso Istituto Italiano di Cultura di New York con la collaborazione della Galleria Arte Centro Lattuada. Nel 2014, presso la Galleria Nazionale di Palazzo Arnone, a Cosenza, viene organizzata un’importante personale dal titolo Compenetrazione che vede l’artista progettare le sue installazioni in rapporto con le opere di alcuni maestri del Seicento. Nel 2017 ha esposto a maggio a Miami alla Valli Art Gallery e all’Istituto di Cultura Italiana mentre a giugno all’Università di Miami.
Per info:
www.artcogallerie.it
ART&CO Lecce
via 47 Reggimento Fanteria 22, Lecce
Lun- Sab 10-13 17-20 (domenica su appuntamento)
Ufficio: 0832 1991541
Ufficio stampa
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