Nella tarda mattinata di venerdì erano quasi 4.500 i visitatori che, dalla serata dell’inaugurazione, sono entrati nella chiesa del Carmine di Taranto per visitare la terza edizione della mostra Facies Passionis, promossa dall’omonima Arciconfraternita con gli apporti del Comune di Taranto e della Banca di Credito Cooperativo di San Marzano di San Giuseppe, e quest’anno dedicata alle Lacrime Mariane. Si tratta infatti di una edizione monotematica, in quanto sono esposte dieci statue dell’Addolorata, provenienti da varie località pugliesi grazie alla collaborazione prestata da Confraternite e Sodalizi religiosi.
Venerdì, intanto, nell’ambito delle iniziative collaterali di Facies Passionis, si è tenuto, nella sala conferenze della sede di Taranto dell’Università di Bari (ex caserma Rossarol), un convegno per la presentazione del volume relativo agli atti del convegno di febbraio 2019 sul tema: “Le Confraternite e le nuove sfide: fede, arte, diritto e terzo settore”. La presentazione è avvenuta da parte dell’editore Antonio Mandese, del curatore del volume, l’avvocato Francesco Lozupone, e del padre spirituale dell’Arciconfraternita nonché parroco del Carmine, monsignor Marco Gerardo. In sala, una folta rappresentanza di studenti del liceo Moscati di Grottaglie.
“Il lavoro che è stato fatto e che si è tradotto in questo volume – ha sottolineato don Marco – è apprezzabile per due ragioni. Il primo è che è una Confraternita, in questo caso il Carmine di Taranto, a promuovere una riflessione sulle Confraternite. Il secondo è che questo rompe un certo clichè, una certa facile lettura, presente anche nel mondo religioso, che interpreta le Confraternite come realtà desuete se non proprio obsolete”. “Invece nella realtà – ha spiegato monsignor Gerardo – non è affatto così, perché le Confraternite sono realtà vive e con una capacità aggregante che mette insieme persone diverse per età, cultura e professione. E se i giovani, dopo aver ricevuto il sacramento della Cresima, abbandonano, nella maggior parte dei casi, la loro parrocchia di appartenenza, le Confraternite, invece, proprio perchè espressione attiva del laicato, attraggono giovani”. Questo, secondo monsignor Gerardo, ci porta a dire che le Confraternite sono anche quelle realtà che esprimono “concreta aderenza e vicinanza alle situazioni di bisogno. E allora, visto che alle Confraternite sono iscritti imprenditori, ma anche tanti giovani, e che oggi un problema primario è quello del lavoro, perché non proviamo a incrociare domanda e offerta? Attenzione – ha chiarito il padre spirituale del Carmine – non penso a Confraternite che fungano da ufficio di collocamento, ma che garantiscano la serietà dei rapporti. E la stessa cosa – prendendo spunto da esperienze importanti già realizzate a Napoli – si potrebbe fare per i beni culturali, allestendo percorsi di visita artistici, culturali, di fede, turistici”.
“Un anno fa, proprio a Taranto – ha detto poi l’avvocato Lozupone – abbiamo detto che nella nuova impostazione delle Confraternite deve esserci il bilancio sociale, meglio ancora il bilancio di missione. Con trasparenza ed apertura, si tratta di spiegare alla comunità cosa facciamo nel campo del sociale che è anche un modo per reperire nuove risorse”. Parlando di confraternite e sottolineando che di loro “non c’è traccia nel diritto canonico, ma sono tuttavia riconosciute all’interno dell’ordinamento dello Stato”, Lozupone ha detto che si tratta di ridare “dignità a questi organi che sono stati un po’ snobbati nel post Concilio, quando invece il loro recupero può aiutare e vitalizzare l’azione della Chiesa”. “Non c’é bisogno di inventarsi forme di marketing del Vangelo, – ha proseguito Lozupone – lavoriamo invece, migliorandone la formazione, sui gruppi e sulle risorse che sono già nelle Confraternite”. “Con le opere di carità realizzate, che sono molte e diffuse, le Confraternite – ha rilevato Lozupone – possono non solo entrare nella riforma del Terzo Settore o nei Piani sociali di zona, ma anche attivare ulteriori iniziative fonte di occupazione giovanile. Va messo in campo un rafforzamento della nostra missione e l’Arciconfraternita del Carmine potrebbe essere un riferimento per il Sud e la Puglia”. Lozupone ha poi sottolineato che Facies Passionis “conferisce onore a Taranto e al Carmine, perché valorizza una tradizione d’arte statuaria che, scomparsa al Nord e al Centro Italia, resta ormai solo al Sud”.
“È importante il lavoro che col volume degli atti è stato compiuto – ha affermato l’editore Mandese -. È un contributo di carità culturale per far crescere la comunità e spingerla, partendo dagli studenti, dai ragazzi, alla ricerca, all’approfondimento e allo studio”.
Facies Passionis resterà aperta sino alle 22 di domenica 16 febbraio. L’accesso è libero e gratuito. Nel programma di queste sere continua l’esibizione delle corali all’interno del Carmine mentre due bande musicali suoneranno alcuni brani del repertorio della Settimana Santa nella serata di sabato 15 (dalle 19.30) e nella mattinata di domenica 16 (dalle 11.30). E sempre domenica i momenti conclusivi di Facies Passionis, prima della chiusura dei battenti del portone centrale del Carmine, saranno alle 17, nel teatro comunale Fusco, l’incontro delle delegazioni delle Confraternite e Comuni partecipanti alla terza edizione e alle 18.30 la messa di ringraziamento che i padri spirituali celebreranno nell’istituto Maria Immacolata di Taranto.
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